GYÖRGI LIGETI (1923 - 2006)
“Io cerco, proprio negli ultimi anni, di trovare anzitutto una risposta per me, una musica che non sia rimasticatura del passato, neppure del passato dell’avanguardia".
Questa frase sintetizza l’atteggiamento poetico di Ligeti verso l’arte del suono. Ligeti riflette i cambiamenti scientifici nel corso degli ultimi cinquant’anni nella sua musica.


BIOGRAFIA
György Ligeti è un compositore contemporaneo. Egli è ungherese naturalizzato austriaco ed è considerato uno dei più grandi compositori del XX secolo. Studia negli anni 1941-43 nel conservatorio di Koloszvar. La sua famiglia viene deportata ad Auschwitz, solo lui e la madre si salvano. Questa tragica esperienza non tronca la sua passione musicale ma, anzi, ne arricchisce l'ispirazione, mescolandosi alla sua iniziale passione per la musica popolare ed etnica. Studia poi a Budapest, diplomandosi nel 1949, e, a causa della repressione della rivolta ungherese attuata dall'esercito sovietico, decide con sua moglie Vera di fuggire in Austria...a piedi!  
In seguito a questa scelta di vita, Ligeti viene a contatto con i nuovi orizzonti della musica contemporanea europea, a quel tempo rappresentati da Boulez, e Stockhausen, grazie ai quali viene introdotto nei vari ambienti della musica sperimentale ed elettroacustica, dalle quali trarrà abbondanti spunti. 
Nel 2001, uscì il film “Odissea nello spazio” la cui colonna sonora era composta da brani di musicisti classici. Le opere “Atmospheres” e “Lux Aeterna” caratterizzano le parti più inquietanti del film. Grazie a quel film infatti, conquista una popolarità inaspettata come compositore di colonne sonore. 
Nel 2004 uscirà in Italia il libro-intervista di Eckhard Roelcke e György Ligeti “Lei sogna a colori?”, in cui ripercorre la sua vicenda biografica e artistica. Egli sarà poi vittima nel 2006 di una lunga malattia. 

OPERE
Ricordiamo questo compositore soprattutto per i suoi capolavori degli anni ‘60 come Requiem, Atmosphere, Lux Aeterna, e il Lontano per orechestra. Uno dei suoi lavori più grandi però è sicuramente il Kammerkonzert per 13 strumentisti per via della sua curva chiara, passionante ed emotiva, che conquista numerose platee. Nel 1958 la sua opera Apparitions per orchestra sorprende il pubblico per le sue caratteristiche di forte complessità e di particolarissima ispirazione. Dal 73 all’89 tiene la cattedra della Musikhochschule di Amburgo. Negli anni seguenti la sua scrittura musicale si arricchisce ancora e diviene, se possibile, ancora più complessa ed articolata. È a partire dal 1989 che appaiono le sue opere più apprezzate, tra cui Musica Ricercata, gli Studi per Pianoforte, il Continuum per Clavicembalo ed il Poema Sinfonico per 100 metronomi, attraverso le quali appare il processo evolutivo musicale ed artistico di Ligeti. Il suo stile musicale subisce molte variazioni nel corso del tempo: egli passa dall’essere un esponente della polifonia (stile musicale caratterizzato dalla combinazione di due o più voci vocali e/o strumentali) ad una monofonia (semplice melodia senza accompagnamenti armonici). 
Agli inizi degli anni ‘80 egli, ormai morente, scrive il Trio di Corni del 1982, il Concerto per Pianoforte del 1988, i Madrigali Nonsenso del 1992 e, come ultima sua composizione, il Concerto di Amburgo, composto nel 1999 e rivisto nel 2003. 

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